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Il resto di niente



A cura di Adriana Esposito



Regia: Antonietta De Lillo
Sceneggiatura:Giuseppe Rocca
Scenografia:Beatrice Scarpato
Fotografia:Cesare Accetta
Costumi: Daniela Ciancio
Montaggio: Giogiò Franchini
Anno: 2003
Nazione: Italia
Distribuzione: Istituto Luce
Durata:103'
Data uscita in Italia:25 marzo 2005
Genere: storico

Cast: Maria de Medeiros, Rosario Sparno,

Imma Villa, Raffaele Di Florio,

Lucia Ragni, Maria Grazia Grassini.





Il film “Il resto di niente” prende spunto dall’omonimo romanzo di Enzo Striano e narra la vicenda umana, intellettuale e storica di Eleonora Pimentel Fonseca. Il racconto inizia nei momenti che precedono l’esecuzione della Fonseca sul patibolo, recuperando con un sapiente uso del flashback le tappe salienti del percorso intellettuale e passionale che porterà la donna al centro degli eventi che segneranno l’utopia illuminista della Repubblica Partenopea.

Eleonora, nobile portoghese e unica straniera del gruppo di intellettuali aristocratici che sostengono il progetto repubblicano, è il vero motore di ogni azione. Energica e caparbia, anche se sembra muoversi in punta di piedi, ha la sicurezza di chi è convinta delle proprie idee e della loro realizzazione e quasi fa contrasto la figura fisica fragile, incorporea, quasi evanescente con la forza della mente e dello spirito che la anima.

Il “ contorno “ storico viene appena sfiorato come la tentazione di cadere nello stereotipo di una ricostruzione “vedutistica” di Napoli. Perché l’intenzione della regista è di concentrare il film su Eleonora, di penetrare dentro il suo cuore , dentro la sua anima : il suo è un viaggio interiore più che cronologico. E anche la tecnica dei disegni per raccontare la storia invece che con i combattimenti e i fatti, è stata scelta per dare il senso della percezione interiore, delle vicende che avvengono “ dentro “ la protagonista.

L’attualità del film è nell’attualità del romanzo ed il personaggio di Eleonora è attuale e moderno per il senso utopico ed etico della vita che caratterizza le sue scelte e le sue azioni ed è di stimolo e di riferimento ai giovani ai quali lascia un messaggio importante che è quello di battersi fino in fondo per la realizzazione dei propri ideali.

Antonietta De Lillo

La regista del film, a proposito di ciò che l’ha ispirata a dirigerlo dice: “ Mi piace nascondermi dietro le storie siano esse tratte da romanzi o da fatti di vita vissuta. Non inseguo quello che è di moda e quello che può funzionare. Non sono legata ad un’idea politica, intesa in senso intellettuale, ma sono attenta a quello che ci succede intorno e gli avvenimenti del ’99 appartengono ad un’idea romantica della vita più che della storia. Per la qual cosa sento il bisogno di ridare vita a quei personaggi e alla rivoluzione perché i conflitti nel mondo e le ingiustizie si sono maggiormente acuite. Il mio film è storico, è in costume ma assolutamente attuale per il senso utopico ed etico della vita necessario per portare aventi ciò in cui si crede perché seguire il proprio tornaconto sarebbe solo un modo misero di vivere “.

Nata a Napoli, Antonietta De Lillo all’inizio ha lavorato come fotografa per giornali e riviste, poi ha studiato al Dams di Bologna e svolto lavoro di direttrice di fotografia alla Rai per documentari .Dopo altri lavori e la fondazione di una casa di produzione autonoma e indipendente, nel 2001 presenta al Festival di Locarno “ Non è giusto “, sguardo intenso di adolescenti che imparano a difendersi dalle ferite del mondo adulto e nel 2004 , al 61° Festival di Venezia , fuori concorso , “ Il resto di niente “. Le sue origini napoletane spiegano la scelta della storia di questo film, dei personaggi e degli attori e anche del titolo, volendo significare che i napoletani usano l’espressione “ il resto di niente “ quando di un evento , di un progetto non si raggiungono i risultati sperati .

La portoghese Maria de Medeiros è l’attrice che interpreta Eleonora e la scelta è caduta su di lei non solo per farle conoscere la storia di una sua conterranea ma anche perché col suo distacco, con la sua estraneità alle vicende e all’ambiente potesse meglio calarsi nel personaggio.

 
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